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È disponibile la seconda edizione di “Chi c’è nella tua stanza” di Ivan Misner e Stewart Emery, con il promettente sottotitolo “La domanda che cambierà la tua vita”.
Sono felice di presentare la nuova versione di un libro che mi aveva ispirata sin dalla prima edizione. Perché? Per l’immagine della stanza come metafora nitida e intensamente reale delle nostre relazioni con le persone.
“Chi c’è nella tua stanza?”, infatti, invitava il lettore a immaginare una situazione apparentemente paradossale.
Immagina di vivere in una stanza. Nella stanza ci sei solo tu e puoi accogliere tutti, immaginare attività e coltivare relazioni con le persone. Ora, la tua stanza, come tutte le stanze, ha una porta.
C’è un vincolo, una condizione che definisce la porta della tua stanza: è una porta di sola entrata. E chi entra, rimane per sempre nella tua stanza. Non potrà uscire. Le persone che entrano nella tua stanza, ci rimangono per sempre. Questa è la regola della stanza. La tua stanza.
Immaginate di vivere la vostra vita in una stanza, che quella stanza abbia una sola porta e che quella porta sia una porta d’ingresso, così che quando le persone entrano nella vostra stanza o nella vostra vita, ci rimangono per sempre. Non puoi farle uscire. Sembra una metafora. Ma credo sia più di una metafora, perché quando le persone entrano nella tua vita, le loro impronte digitali rimangono nel tuo cervello.
C’è un momento nella nostra vita, nel quale non abbiamo un portiere e le persone entrano nella nostra stanza senza alcun controllo. Ma l’idea del guardiano della porta è che noi valutiamo le persone prima che entrino nella nostra stanza, cioè, nella nostra vita.
Perché, come afferma Daniel Amen: “Quando si ha una relazione con qualcuno a livello personale o professionale, le sue impronte rimangono nel nostro cervello.” Cioè nella tua stanza per il resto della vita.
E quindi il Portiere è la nostra mente che tiene fuori dalla nostra stanza, le persone che non dovrebbero trovarsi lì: di questo parla soprattutto la prima edizione del libro.
Ecco una delle novità più importanti della seconda edizione di “Chi c’è nella tua stanza”: il concetto di Concierge. Il Concierge è la mia capacità di capire quale sia il posto delle persone che entrano nella mia stanza. Sì, le ho fatte entrare io, certamente. In pratica c’è già una folla di persone nella mia stanza: i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, le persone che ho fatto entrare nella stanza in passato.
Sia che le abbia fatte entrare intenzionalmente, sia che le abbia fatte entrare per sbaglio, sono già presenti. Qualcuno deve essere allontanato, qualcuno avvicinato. Il Concierge lavora per conto vostro, avvicinando o allontanando le persone. È una decisione consapevole.
Nella seconda edizione di “Chi c’è nella tua stanza” Ivan Misner e Stewart Emery descrivono il concetto di Concierge e propongono anche degli esercizi. Ne condividerò uno.
Ci sono molte persone nella nostra stanza. Sono le persone che sono entrate nella nostra vita. Ora provate a pensare a quali persone vi sono vicine, prossime. Disegnate dei cerchi concentrici con voi stessi al centro e decidete quanto sono vicine o lontane le persone che si trovano nella vostra stanza. Forse ci sono persone lontane nei cerchi concentrici che volete avvicinare e, probabilmente, ci sono persone vicine che volete allontanare. Ecco alcune domande che ci aiutano nel “mettere ordine”:
Ma c’è un altro concetto nuovo che mi ha fatto riflettere: cioè la raccomandazione di coltivare le persone che, nella nostra stanza, contribuiscono a risolvere problemi; persone che hanno un’attitudine positiva e delle quali ci fidiamo. Persone che mi fanno esclamare: “Wow, questa è la persona che voglio nella mia vita”. Ecco alcune delle domande che dovremmo porci per avvicinare queste persone:
Nella prima edizione si parlava anche di ancore e motori. I motori portano avanti, le ancore trattengono. Anche questo concetto viene ripreso nella seconda edizione, insieme ad un altro consiglio: “Qualcuno può essere nella vostra stanza, ma il suo bagaglio deve rimanere fuori.
Il bello di questo libro, “Chi c’è nella tua stanza?”, è che fornisce gli strumenti per decidere chi far entrare nella nostra vita e per imparare a stare insieme alle altre persone con la giusta distanza (o vicinanza).
Per acquistare il libro su Amazon:
“Who is in your room? The question that will change your life”
Networker e formatrice. BNI Executive Director Milano – Roma | Grafologa Giudiziaria.
Aiuto e creo connessioni ogni giorno e la rete personale coordinata da me ora conta più di 900 persone tra Roma e Milano e sta progredendo con tanta soddisfazione.
Senza dubbio si tratta di un testo che induce ad una riflessione profonda su come ciascuno di noi approccia alla relazione con l’altro.
Personalmente a me viene in mente una domanda: attualmente nella mia stanza ci sono moltissime persone che ho fatto entrare per necessità e non per scelta e quindi adesso come faccio a far uscire coloro che sono più lontani da me e dai miei valori?
Certo posso scegliere di dar loro la minore attenzione possibile e di non farmi coinvolgere nei loro progetti, ma non è affatto facile ripulire una stanza troppo affollata.
Quindi la conclusione cui posso giungere è quella di rendere l’accesso alla mia stanza un po’ più difficile di quanto non sia stato in passato.
un libro è sempre un approfondimento di se…arriva proprio al momento giusto! riflettere, fare ordine fermarsi DECIDERE.
Riflessioni molto interessanti che Meritano di essere approfondite mediante la lettura di entrambi i libri. Un aiuto sicuro per riuscire a convivere al meglio Con Le infinite persone che affollano la nostra stanza cercando cercando di avvicinare soltanto quelle con cui condividiamo valori e voglia di crescere. Con la certezza che un “no” detto alle “ancore” presenti nella nostra stanza è un sì detto a noi stessi.
Un libro molto interessante su temi a cui non si riflette mai abbastanza: chi facciamo entrare nella nostra vita personale e professionale?
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