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Come potrei definire la disponibilità verso gli altri, se non come un comportamento per costruire e migliorare le relazioni? Si tratta proprio di questo: coltivare relazioni.
“Chi dà, riceve” riprende il latino “Do, ut des”. Cioè, dare per poter ricevere, ma anche “Qui dat accipit”, cioè colui che dà riceve. Dobbiamo comprendere bene il significato di queste parole perché racchiudono una filosofia, che è poi il core value di un’organizzazione di professionisti come BNI.
L’accento non deve cadere su un possibile vincolo contrattuale, più o meno formalizzato, ma su un comportamento, un modo di essere e di organizzare il proprio lavoro: dare -innanzitutto- per aiutare a migliorare l’attività di altri professionisti.
Innanzitutto. Perché l’obiettivo è di costruire una relazione e non ottenere qualcosa in cambio di qualcosa. Non si tratta di uno scambio di oggetti con uguale o diverso valore, ma di una “dichiarazione di attenzione verso l’altro” per costruire una relazione di fiducia. E qual è il modo migliore per farlo, se non aiutandolo?
Networking is more about farming than about hunting. Ivan Misner
I risultati sono la conseguenza di un metodo condiviso e non sono il catalizzatore del metodo: cioè il successo del metodo non si basa sui risultati, ma sulla sua applicazione e condivisione metodica.
Due condizioni sono vincolanti:
Se entrambe le condizioni non sono rispettate, il nostro tentativo di costruire una relazione per migliorare l’attività professionale è destinato al fallimento.
Costruire relazioni non è cacciare ma coltivare, cioè aspettare che il campo seminato dia i suoi frutti. Ma dobbiamo anche sapere come coltivare il campo, dobbiamo conoscerlo e applicare le tecniche di coltivazione.
Provo a semplificare!
Prima ancora, se non lo conosco e non ci ho mai parlato. Prima, la relazione, per conoscersi e coltivare la fiducia reciproca, poi il passaparola, cioè l’insieme delle azioni finalizzate a promuovere l’attività e le competenze del professionista.
La conoscenza reciproca e la continuità generano maggiore fiducia. E la fiducia, a sua volta, genera migliori referenze: se mi fido di te, sono incentivato a promuovere i tuoi servizi e a consigliarti a persone che li richiedono.
Non è solo la quantità delle referenze a migliorare, ma la qualità. Se sono convinto che le tue capacità professionali sono affidabili e riconosciute, sono anche più disposto a parlarne a persone, professionisti e aziende più esigenti. Parafrasando Google: “Se siamo disposti a fornire i dati della nostra carta di credito a un sito, vuol dire che il sito è affidabile.”
Il contesto professionale del “Do ut des” è il passaparola, una modalità tra le più spontanee per promuovere la propria attività professionale. Ma la filosofia che ispira il passaparola è il dare prima di ricevere, con l’obiettivo di tessere una relazione, entrare in contatto con qualcuno che non conosciamo, meglio ancora se apparentemente diverso da noi.
Quante volte ci sorprendiamo quando riceviamo un aiuto inatteso, un suggerimento che ci risolve un problema, una risorsa che cambia il nostro modo di lavorare? Questa è la filosofia del “Dare per ricevere”.
CTA – Il passaparola in BNI: funziona negli incontri tra i membri di un capitolo, luogo di incontro settimanale. Ecco cosa è importante: partecipare agli incontri settimanali, preparare le presentazioni di 60 secondi e una più dettagliata di 10 minuti, organizzare gli incontri one to one con i singoli membri del network.
Networker e formatrice. BNI Executive Director Milano – Roma | Grafologa Giudiziaria.
Aiuto e creo connessioni ogni giorno e la rete personale coordinata da me ora conta più di 900 persone tra Roma e Milano e sta progredendo con tanta soddisfazione.
Un’occasione per ricordare le basi su cui si costruisce un passaparola costruttivo!
Grazie Nicole!!
Articolo interessante e soprattutto mi è piaciuta la formula molto contenuta e diretta
Grazie Fabio, sono felice ti sia piaciuto!
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